Da molto tempo ormai ho un pensiero fisso nella mia testa, che non so ancora spiegare da dove sia venuto. Molto probabilmente dai libri di storia dell’arte, quando anni fa, alle superiori, sfogliavo con curiosità le pagine che ancora dovevamo studiare e mi imbattei in questa curiosa arte chiamata “Arte Naif”.
Se voi doveste andare a cercare su internet che cos’è l’ Arte Naif, trovereste gli esponenti più conosciuti e che ormai sono nei libri di Arte da un bel po’ di tempo come Henri Rousseau, l’italiano Antonio Ligabue, William R. Moses e Nikifor e lì appiccicato trovereste la definizione che dà Wikipedia al riguardo. Cito testualmente:
“Per arte naïf (dal francese naïf, ossia “ingenuo”) si intende un certo tipo di produzione artistica priva di legami con la realtà culturale e accademica della società in cui è prodotta.” [https://it.wikipedia.org/wiki/Arte_na%C3%AFf]
In qualsiasi modo vogliate scriverlo, naif significa ingenuo.
Ma cosa vuol dire? Vuol dire che, come dice la definizione appunto, gli artisti naif hanno un approccio artistico “indipendente”, se vogliamo usare un’altra parola più semplice per abbreviare, e se fossero dei nostri contemporanei sarebbero degli artisti indie.
Sia dal punto di vista culturale che tecnico, non si accostano a nulla presente nella loro cultura. Infatti, se date un’altra occhiata ai suggerimenti che vi da il vostro browser, troverete relativi anche il Primitivismo (e qui per approfondire non sto a dilungarmi altrove, vi invito a leggere la definizione se non sapete esattamente cos’è e studiate bene perché prossimamente scriverò un articolo a riguardo).
Un fatto curioso, però, è che a me personalmente dal punto di vista artistico ed estetico non interessano più di tanto questi artisti, non sono tra i miei preferiti, ma provo una grande ammirazione verso il loro atteggiamento, tant’è che mi sono posto spesso un quesito:
“Ma esiste un modo di pensare naif? Esiste la filosofia naif?”
In tutta sincerità, le mie ricerche non mi hanno dato risultati, e spesso la questione è ambigua o addirittura più astratta di quel che sembra.
Non esiste molto, se non nulla al riguardo e man mano che sono andato avanti ho trovato solo scatole cinesi, una dietro l’altra! (e ho paura che non finirà mai, e mi ritroverò in un vortice dal quale non riuscirò ad uscire).
Ma cercate di seguirmi e di avere pietà di me mentre tento di dare una spiegazione.
-In Letteratura-
L’Ingenuo di Voltaire, per esempio, pur avendo un titolo riferito all’ingenuità, non è un bell’esempio perché, sebbene ha come protagonista un indigeno del Nord America e sebbene in passato l’arte degli indigeni, chiamata Primitiva, veniva considerata ingenua, non corrotta dalla cultura e dall’atteggiamento occidentale, non ha nulla a che vedere con la linea di pensiero naif. Purtroppo ancora non ho avuto la possibilità di poterlo leggere, come molti altri libri che citerò più avanti (Il personaggio era un Urone per l’ esattezza, Huron in inglese, da dove viene il nome del lago Huron, in Ontario, riferimento alla Prima Nazione di nativi Huron appunto, e qui dovrei aprire una argomentazione antropologica troppo lunga e complessa di cui tratterò più avanti riguardo all’arte chiamata primitiva, nuovamente).
Altre ricerche mi hanno portato ad altri risultati quasi vicini a ciò che ho in mente.
L’idiota di un certo Fëdor Dostoevskij già si avvicina leggermente al mio ragionamento (da quello che ho letto dalla trama e da alcune recensioni):
il protagonista è un principe, il principe Myskin, che viene descritto come un uomo puro, quasi sovrannaturale, sincero, che compie azioni benevole verso il prossimo, che non viene corrotto dalla società cinica e superficiale in cui vive.
Il problema è che man mano che i personaggi della storia lo descrivono, questo principe diventa qualcosa di stranamente irreale, trasformando questa sua bontà e questa sua purezza in qualcosa di idiota, appunto. E’ possibile che in una società così corrotta e cattiva un uomo così buono possa esistere?
E’ proprio questo il mio punto. E’ possibile che la purezza, l’essere ingenui, naif, non risulti assurdo e quantomeno negativo in realtà nei confronti di chi non lo è, semplicemente perché fuori dalla portata della comprensione attuale? O forse non esiste nemmeno la purezza in una persona? (Ironicamente, come sono ingenuo a credere che esistano persone pure di cuore…)
-Aspetti Negativi-
Spesso l’ingenuità viene associata alla stupidità, all’essere ancora bambini ignari della realtà che ci circonda, essere ingenui può significare essere ancora immaturi e non accettare il fatto che “il mondo è un luogo terribile” pieno di corruzioni, violenze ed esseri “umani” crudeli.
Allora prendiamo pari pari la parola Ingenuo dal dizionario:
ingènuo agg. e s. m. (f. –a) [dal lat. ingenuus, comp. di in–1 e tema gen– di gignĕre, genus, generare, ecc.; propr. «indigeno, nativo; nato libero», poi «onesto, schietto, semplice»]. – 1. a. Di persona che, per semplicità d’animo e soprattutto per inesperienza degli uomini e del mondo, conserva l’innocenza e il candore nativi ed è aliena perciò dal pensare il male e dal supporlo in altri. La parola assume toni e sfumature diverse a seconda che si riferisca a persona molto giovane: una bambina i., un ragazzo i., candidi, innocenti, per caratteristica propria dell’età; o a persona più adulta: un giovane i., una donna i., privi di malizia, puri di sentimenti, di pensieri e di vita; sei troppo i. per capire certe cose. Con sfumatura negativa, privo di furbizia, di accortezza nel parlare e nell’agire, incline a lasciarsi ingannare e raggirare (con questo sign. è spesso sinon. di semplicione, sciocco): è così i. che chiunque può imbrogliarlo come vuole; fu tanto i. da credergli sulla parola.
E via discorrendo…. [http://www.treccani.it/vocabolario/ingenuo/].
Se siete ingenui, o avete un certo modo di vedere il mondo, come il sottoscritto, sarete stati spesso accusati di essere stupidi o semplicemente immaturi.
-Ingenuità e Natura-
Vi starete chiedendo “Eh, ma allora a cosa ti vuoi riferire quando parli di Pensiero Naif?”
Certamente non mi voglio riferire al fatto che dobbiamo essere tutti stupidi da non vedere che attorno a noi ci sono persone che se ne approfittano, che sono maliziose, con cattive intenzioni. Anzi, dobbiamo essere al corrente che al mondo ci sono certe persone ma dobbiamo appunto per questo essere naif; vedere la bellezza nelle piccole cose, meravigliarci sempre di qualcosa, che sia il colore di un fiore, che siano le formiche che si schierano in fila uscendo dalla loro tana per andare a prendere il cibo, quel brusio che fanno le api dentro agli alberi in fiore, la pioggia, le nuvole che creano forme bizzarre e che poi si tingono di rosa e arancione al tramonto e all’alba.
Essere naif, dal mio punto di vista, vuol dire entrare in contatto con il naturale scorrere delle cose, per non perdere il senno e non farsi affogare dalla negatività che ci circonda. E’ molto simile ad un ragionamento che ho incontrato ad un paio di lezioni quando andavo all’università.
Laozi , meglio noto come Lao Tzu, è questa figura enigmatica, fra mito e realtà, che secondo la leggenda è stato il presunto autore del Tao Te Ching, caposaldo del taoismo . Ho scoperto con mia grande sorpresa che spesso veniva chiamato il Vecchio Bambino: saggio come un anziano ma candido come un bambino.
Evitando i ragionamenti sulla religione e sul misticismo, la filosofia del naturale scorrere delle cose, il Tao, consiste semplicemente non nel non agire ozioso, ma nel riconoscere che l’uomo non è la misura e la sorgente di tutte le cose, ma piuttosto lo è il Tao, la via. Vive bene solo colui che è consapevole di ciò e che si trova in armonia con la natura delle cose. Questo principio lo si ritroverà più avanti nel pensiero Buddhista, e stesso ragionamento pare simile a quello degli Stoici.
-Il Ragionamento Stoico-
“Nell’ideale stoico è il dominio sulle passioni o apatìa che permette allo spirito il raggiungimento della saggezza. Riuscire è un compito individuale, e scaturisce dalla capacità del saggio di disfarsi delle idee e dei condizionamenti che la società in cui vive gli ha impresso. Lo stoico tuttavia non disprezza la compagnia degli altri uomini e l’aiuto ai più bisognosi è una pratica raccomandata” [https://it.wikipedia.org/wiki/Stoicismo]
Dette in parole pratiche, lo Stoico sa che certe cose non sono sotto il suo controllo, dalla persona che salta la fila al supermercato al computer che fa capricci, per esempio.
Sa che è il naturale scorrere delle cose e che quindi non ci può fare molto (eccetto per il computer che non funziona bene, lì forse è il caso di chiamare un informatico), e quindi non deve provare sentimenti di tipo negativo: l’ansia, la paranoia e lo stress della nostra società e il criticare troppo (perché criticare un po’ fa bene, ma nel modo giusto), giudicare una persona per il fatto che sia sovrappeso, o che sia sottopeso, o troppo bassa, o semplicemente anche ingenua, non è compito nostro e tanto meno non è affare nostro.
I nostri compiti sono altri.
E tanto meno, se veramente vogliamo essere fedeli al naturale scorrere delle cose, noi individuo agente nella società non siamo al centro dell’attenzione dell’altro e quindi non siamo soggetti a doverci preoccupare di cosa pensa l’altro individuo sul nostro conto.
Appunto, l’individuo non è la misura o l’agente di tutte le cose.
-La purezza, la spontaneità e le azioni benevoli-
Io faccio sempre l’esempio della stanza con una finestra sola, quando devo parlare del male che c’è nella società o anche della situazione ambientale: viviamo in una stanza con tante persone, nessuna di loro e nemmeno noi ci siamo lavati i piedi, quindi puzzano. Comincia uno a togliersi le scarpe, comincia l’altro e via discorrendo. La cosa più ragionevole da fare è non togliersi le scarpe ma aprire la finestra (c’è anche la versione con le persone che emettono peti, ma ho voluto essere più fine, ed il ragionamento è lo stesso).
Quindi, se attorno a noi c’è tutto questo male, perchè aggiungerne altro?
Compiere una azione buona, pura, avere una visione candida del mondo che ci circonda, rimanere spontanei, essere sé stessi e sapere che la realtà è neutra è un passo verso influenzare altre persone nel compiere azioni benevoli e ragionare su quello che fanno, per quanto la nostra umanità ci permetta di farlo e per quanto attorno a noi la società non è poi tanto candida.
Compiere anche solo una azione benevola nel nostro piccolo aiuta gli altri ma aiuta anche noi stessi, non possiamo permetterci di agire sempre con sospetto verso gli altri solo perché attorno a noi sono tutti così maliziosi e malintenzionati (non faccio esempi sulla criminalità perché il discorso diventa intricato e non è applicabile su quel campo).
-Concludendo-
Quindi essere Naif per me vuol dire semplicemente:
- Rimanere in contatto con la natura e meravigliarsi di essa.
- Essere sinceri a sé stessi ed essere sé stessi
- Non essere sospettosi di ogni minimo comportamento umano
- Accettare il fatto che la natura è neutra e che non è l’uomo ad essere la sua misura della realtà tanto meno l’individuo
Che sia la saggezza dei bambini o l’essere semplicemente onesti, puri di spirito o benevoli, essere naif può essere qualcosa sia avventuroso che penoso, sta a noi scegliere la strada giusta da percorrere.
So che il discorso potrebbe sembrare poco chiaro, ma un giorno ci ritornerò sopra e scriverò la seconda parte ma è il primo tassello verso questo luogo misterioso che dobbiamo ancora scoprire del tutto o forse sono troppo ingenuo nel credere che un ragionamento del genere possa esistere e che possa fare la differenza, chi sa!
Finito tutto ciò, vi lascio con una frase di uno scrittore conosciuto per lo più per aver scritto libri per bambini:
“Una persona con pensieri gentili non potrà mai essere brutta. Potrà avere il naso bitorzoluto e la bocca storta e i denti in fuori, ma, se ha pensieri gentili, questi le illumineranno il viso come raggi di sole, e apparirà sempre bella.”
–Gli Sporcelli, Roald Dahl
“A person who has good thoughts cannot ever be ugly. You can have a wonky nose and a crooked mouth and a double chin and stick-out teeth, but if you have good thoughts they will shine out of your face like sunbeams and you will always look lovely.“
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